Tab Article
Sulla storia della Comit è molto ricco il catalogo delle pubblicazioni scritte da affermati storici, politici, giornalisti ed economisti per il ruolo di primo piano che l'Istituto di Piazza della Scala ha rivestito sia in Italia che all'estero. Scarsamente indagata è invece la faccia della medaglia riproducente la variegata attività della Banca «vista e vissuta da un lavoratore e dirigente sindacale». Aspetto interessante sia per il numero dei lavoratori coinvolti a livello nazionale sia perché trattasi della testimonianza di un dipendente Comit nonché dirigente sindacale di base, dalla data di assunzione (1974) a quella dell'«ammaina bandiera» (2001), con la fusione per incorporazione della Bci in Banca Intesa. Fa molto riflettere lo iato fra le giovanili attese legate alle «fresche» lezioni bocco-niane, nonché al mito del lavoro sicuro, e il duro impatto vissuto dall'autore per le mansioni noiose e ripetitive, pur essendo assegnato ad un ufficio specializzato. Da qui prende sostanzialmente avvio l'interesse di Michele Sala per le tematiche sindacali nelle file della Cgil dei bancari (Fisac). Il testo ripercorre le aree tematiche più significative delle azioni sindacali in azienda: leggerle, a decenni di distanza, fa davvero riflettere sullo sviluppo degli eventi e sulla maturità acquisita con l'esperienza e con gli anni. Fra i tanti argomenti, assume rilevanza la contrattazione integrativa aziendale su una serie di materie quali lo sviluppo professionale e le condizioni di lavoro in un periodo di grandi cambiamenti, nonché il salario aziendale con riferimento alla determinazione del premio di produttività, le azioni positive e pari opportunità, con due progetti che hanno «fatto scuola». «Ammainata» la bandiera della Comit con l'elisione del suo storico piccolo acronimo Bci dal logo e dalla denominazione sociale, nel 2011 le «viene reso l'onore delle armi», adibendo a Museo nazionale di arte moderna lo storico edificio di Piazza della Scala 6 a Milano, mantenendo l'insegna Banca Commerciale Italiana. Quell'edificio, che tante attese aveva suscitato nell'autore nel 1974 all'atto di varcarne il portone, è rimasto a emblema di tanta esperienza accumulata, umana, professionale e culturale.